Perché il mare fa bene?
“Se il bimbo in estate trascorre un periodo al mare, la pelle trae giovamento da una
moderata e prudente esposizione al sole“, spiega Annalisa Ciasulli, dermatologa dell’Unità Operativa di Dermatologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Non si conoscono ancora bene le cause di questo miglioramento, ma si è visto che i raggi solari favoriscono una minor reattività della cute che, nei bimbi che soffrono del disturbo, reagisce in modo anomalo, ad esempio, agli agenti atmosferici o batterici”. Ma gli effetti benefici non dipendono solo dal sole, ma anche dal clima marittimo. “Se il bambino va in vacanza in montagna, il miglioramento è inferiore rispetto a quello che si verifica al mare. Anzi, l’esposizione ai raggi solari in alta quota tende a irritare e a seccare la pelle”.
Quando andare?
Si può scegliere di andare in spiaggia solo se il disturbo è in fase di remissione dei sintomi, se invece la dermatite è in fase acuta, cioè se la cute è irritata e screpolata, l’esposizione ai raggi solari, il contatto con la sabbia, il sudore e la salsedine rischiano di peggiorare la situazione.
Se la cute è ruvida o secca, ma non screpolata, il bimbo può andare in spiaggia, ma solo nelle ore più fresche della giornata: al mattino fino alle 11 e al pomeriggio dopo le 16-16.30.
Che regole seguire?
Frequentare la spiaggia nelle ore più fresche evitando un’esposizione diretta ai raggi del sole
La protezione andrà spalmata prima di raggiungere la spiaggia e andrà riapplicata dopo il bagno in mare.
Se si porta un bimbo di pochi mesi in spiaggia, dovrebbe indossare un body in cotone leggero, un cappellino, un costumino asciutto, e non essere esposto a lungo ai raggi solari diretti
Sciacquare il bimbo con acqua dolce se molto sporco di sabbia o dopo il bagno in mare
ll costumino bagnato va subito cambiato con uno asciutto e pulito
Quando si rientra in albergo, è d’obbligo una doccia veloce con acqua tiepida e un detergente emolliente a base oleosa.